Come si determina il tasso di un mutuo: fattori e calcoli

Quando si sottoscrive un mutuo, una delle prime domande che ci si pone riguarda il tasso di interesse applicato. Ma come viene stabilito questo valore? Perché varia da banca a banca o da un periodo all’altro? In questo articolo ti spieghiamo quali sono i principali fattori che influenzano il tasso di un mutuo e quali elementi entrano nel calcolo.

Tasso fisso e tasso variabile: due strade diverse

Prima di entrare nel dettaglio, è utile ricordare che esistono due principali categorie di tasso:

  • Tasso fisso: rimane invariato per tutta la durata del mutuo.
  • Tasso variabile: cambia nel tempo in base all’andamento di un indice di riferimento.

La scelta tra fisso e variabile incide profondamente sul calcolo del tasso e sul comportamento del mutuo nel tempo.


Gli indici di riferimento

Nel calcolo del tasso, le banche partono da un indice di mercato, che rappresenta il costo del denaro a livello europeo:

  • Per i mutui a tasso fisso, l’indice di riferimento è di solito l’IRS (Interest Rate Swap), a una durata pari a quella del mutuo.
  • Per i mutui a tasso variabile, si utilizza l’Euribor, cioè il tasso medio a cui le banche europee si prestano denaro tra loro.

Questi indici sono pubblici, oscillano nel tempo e riflettono l’andamento generale dell’economia.


Lo spread della banca

Al tasso di riferimento viene aggiunto lo spread, cioè un ricarico stabilito dalla banca per coprire i propri costi e margini. Lo spread è fisso (non cambia nel tempo) ma può variare da banca a banca e in base al profilo del cliente. In genere è compreso tra l’1% e il 3%.


Fattori che influenzano il tasso

Ecco i principali fattori che determinano il tasso che ti viene proposto:

  1. Durata del mutuo: più il mutuo è lungo, maggiore è il rischio per la banca, quindi anche il tasso può essere più alto.
  2. Importo richiesto e rapporto con il valore dell’immobile (LTV): un mutuo che copre il 50% del valore dell’immobile ha un rischio più basso (e quindi un tasso più favorevole) rispetto a uno che copre l’80% o il 100%.
  3. Affidabilità creditizia del richiedente: chi ha una buona storia creditizia, un reddito stabile e un basso livello di indebitamento può ottenere condizioni migliori.
  4. Tipo di tasso scelto (fisso o variabile): a parità di condizioni, il tasso fisso è generalmente più alto all’inizio, perché protegge il cliente dalle future variazioni.
  5. Politiche commerciali della banca: alcune banche possono applicare condizioni promozionali o spread più competitivi in determinati periodi.

Esempio pratico

Supponiamo di voler richiedere un mutuo a tasso fisso di 100.000 € per 20 anni. L’IRS a 20 anni, al momento della richiesta, è dell’1,90%. La banca applica uno spread dell’1,20%. Il tasso finito sarà quindi:

Tasso fisso applicato = 1,90% (IRS) + 1,20% (spread) = 3,10%

Nel caso di un tasso variabile, con Euribor a 3 mesi pari allo 0,80% e lo stesso spread, il tasso iniziale sarà:

Tasso variabile iniziale = 0,80% (Euribor) + 1,20% (spread) = 2,00%


In sintesi

Il tasso di un mutuo non è mai un numero casuale: è il risultato di una combinazione tra indici di mercato, margine della banca e profilo del cliente. Conoscere questi elementi aiuta a fare scelte più consapevoli e a valutare le diverse offerte in modo oggettivo.


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